SCUOLA E SOCIETA' – JOHN DEWEY
Prefazione del Codignola.
Le tesi dibattute sono volte a dimostrare l'incongruenza della scuola del tempo con la nuova
struttura economica sociale e politica della civiltà contemporanea e con le esigenze psicologiche
dell'infanzia, messe in luce dalla filosofia e psicologia moderne.
Noi non educhiamo mai direttamente, ma indirettamente per mezzo dell'ambiente. Educare è un
processo di ininterrotta interazione fra uomo e ambiente.
Scuola → ambiente deliberatamente regolato con riferimento alla sua efficacia educativa. Deve
essere semplificato, purificato, armonico. Collegamento con la vita pratica.
Occorre smettere di pensare che l'istruzione sia colmare una lacuna riversando conoscenza.
L'educazione deve fornire le condizioni che assicurino l'adeguatezza della vita.
I giovani non sono candidati alla vita, ma membri a pieno titolo di essa.
La grande industria ha trasformato non solo la struttura economica, ma anche quella sociale. LA
famiglia ha perso di importanza.
Secondo Codignola nello scritto di Dewey, manca, nella sua visione dell'educazione, il cemento
della della maternità spirituale (Pestalozzi ha fatto meglio). Inoltre manca un attingere maggiore
all'arte.
− La scuola è il progresso sociale
Quel che i genitori desiderano per il proprio figlio, la comunità lo deve volere per tutti i suoi
ragazzi.
La scuola si deve mettere in linea con il cambiamento sociale e quello più rilevante è quello
industriale. La terra sta cambiando faccia, rapidamente, persino nel suo aspetto fisico. Riversamento
nelle città e cambiamento di abitudini.
L'intero processo produttivo si svolgeva davanti agli occhi di tutti, attorno all'ambiente famigliare.
I ragazzi crescevano in quel tipo di contesto attingendo progressivamente ai misteri della vita in un
contesto di vita → manipolazione e contatto con la natura per la creazione di artefatti → costante
uso di osservazione, ingegno, immaginazione, pensiero logico, senso della realtà.
Industria e divisione del lavoro hanno eliminato tutto questo, per quanto concerne gli effetti
educativi.
Introdurre il contatto con il lavoro nella scuola vuol dire aprire la scuola a una schietta forma di vita
in comune, anziché un luogo appartato dove si apprendono lezioni.
La scuola oggi prepara i futuri membri del corpo sociale in un ambiente in cui sono assenti le
condizioni dello spirito sociale.
L'ingestione individuale di fatti e verità tende a diventare in modo naturale, egoismo. La
competizione nell'acquisire nozioni arriva a far pensare che sia un delitto scolastico aiutare un
compagno. Il lavoro attivo modifica tutto questo. E' ovvio che il concetto di ordine è diverso a
seconda dei due diversi approcci: laddove c'è un processo in costruzione, c'è poco ordine → il
trambusto che proviene dall'attività. Ma dal fare cooperativo, nasce una disciplina di tipo speciale.
La scuola deve diventare una comunità in miniatura, una società embrionale dove si imparano cose
vivendo e non nozioni astratte in vista di una vita futura.
La differenza è che nella scuola le attività pratiche sono svincolate dalla pressione economica e
rimane solo lo sviluppo della capacità e dell'intelligenza sociale.
Le attività pratiche devono essere punti di partenza da cui i fanciulli sono condotti a rivivere lo
svolgimento storico dell'uomo, il quale favorisce l'acquisizione di nozioni.
La cosa importante per tutti nella società è che ognuno abbia avuta l'educazione che lo metta in
grado di scorgere nel proprio lavoro quotidiano tutto quanto ha un significato largo e umano. Il
lavoratore non ha sviluppato nessuna simpatia per il significato sociale del lavoro che svolge.
Dalla rivoluzione industriale, con la stampa, la locomotiva, l'elettricità e il telegrafo è diventata
rivoluzione intellettuale. La conoscenza è passata dalle mani di pochi a...liquida.
La nostra educazione è dominata da una concezione medievale del sapere che vuole guardare al
sapere intellettuale come all'unico sapere degno di essere appreso.
Solo la cultura alta è considerata con rispetto e questo produce la divisione fra le persone “colte” e
i “lavoratori”, la separazione della teoria dalla pratica.
− La scuola e la vita del fanciullo
Ascoltare e leggere vuol dire apprendere da un'altra mente, passività, assorbimento. Il fanciullo
deve assorbire quante più nozioni può nel più breve tempo possibile. Spazi e pratiche diverse non
hanno ancora un posto riconosciuto nell'educazione.
Banchi allineati sono utili a trattare i fanciulli “en masse” e la stessa cosa vale per i programmi fatti
per essere “ascoltati e assimilati”.
Il centro di gravità è nel maestro e nel testo scolastico, ma non negli istinti e nell'attività immediata
del ragazzo. La scuola non è luogo dove egli vive.
Naturalmente, il ragazzo andrebbe per prati, farebbe esperienze, proverebbe...la scuola deve
provvedere anche a questo in maniera intelligente e consapevole.
Il problema dell'educazione è il problema di come dominare le sue attività per indirizzarle.
Il semplice avere interesse per la cucina, può derivare da una voglia di imitare gli adulti. C'è però
una reale motivazione...se da quella si parte per arricchire di conoscenza, il gioco è fatto.
4 tipi i impulsi:
1) Istinti sociali
2) Istinto del fare (gioco, movimento, inventare, plasmare, ecc.)
3) Istinto artistico (comunicazione e costruttività)
4) Desiderio di dire.
Questi son i capitali dal cui impiego dipende l'attiva crescenza del fanciullo. Naturale ritorno della
mente infantile alle tipiche attività dei popoli primitivi.
A partire dagli interessi si arriva ad un'istruzione che non è impartita bell'e fatta, ma data quando ne
nacque il bisogno in forma sperimentale.
Anche il bisogno del linguaggio nasce dalla voglia di esprimere le cose che interessano.
Vivere con i figli significa prima di tutto che i nostri figli devono vivere, non che essi devono essere
inceppati e intristiti col sottoporli ad una serie di condizioni del tutto estranee alla loro vita affettiva.
C'è una relazione viva tra il fanciullo e l'ambiente! Questo è il problema della scuola, la quale non
tratta con il fanciullo vivente, ma con la morta immagine di esso.
Quando natura e società vivranno nell'aula scolastica, quando gli strumenti didattici saranno
subordinati all'esperienza, allora la cultura diventerà la parola d'ordine della democrazia.
− Sperperi nell'educazione
Il primo spreco è quello di vita umana, di vita dei fanciulli durante il periodo della frequenza
scolastica e dopo per colpa di una preparazione inadeguata e innaturale.
Il sistema scolastico si è sviluppato dall'alto in basso e la formazione universitaria deriva dal medio
evo e non ha superato le tradizioni medievali per quanto concerne l'insegnamento.
La scuola primaria nacque dal moto popolare, dall'esigenza d'avere accesso a carriere altrimenti
inaccessibili, in seguito al diffondersi della stampa e del commercio.
Dal punto di vista del ragazzo, il grande sperpero che avviene nella scuola deriva dalla sua
incapacità di utilizzare le esperienze ch'egli reca con sé dal di fuori e s'è procurato in forma piena e
libera; mentre, d'altra parte, egli non è in grado di applicare nella vita quotidiana quel che apprende
a scuola.
Ci dovrebbe essere un nesso naturale della vita quotidiana con quel che accade nel mondo
circostante. Non introdurre studi particolari di aritmetica o geografia, ma conservare in vita i loro
rapporti ordinari.
Occorrerebbe collegare cosa fa la banca con l'aritmetica, ancorando l'interesse al reale.
L'alunno deve imparare ciò che ha valore, quel che allarga l'orizzonte, invece di mere banalità.
Il grande valore delle attività pratiche (cucina, cucito, falegnameria, muratoria, ecc.) è che esse
mantengono l'equilibrio fra il lato sociale e quello individuale.
Se il ragazzo avesse una mente astratta...ma ne ha una concreta!
Tutto ciò che viene trasformato in cucina nasce dalla natura: attraverso questi legami il fanciullo è
avviato nel modo più naturale allo studio delle scienze (chimica, fisica, biologia, ecc.). Stessa cosa
dicasi per la falegnameria e il laboratorio di tessuti.
Occorre collegare la scuola con la vita, di modo che l'esperienza conseguita dal fanciullo in famiglia
sia trasportata e adoperata nella scuola, e ciò che impara nella scuola, trasportato nella vita, facendo
della scuola un tutto organico.
Noi viviamo in un mondo in cui tutte le parti sono collegate fra loro. Collegare la scuola con la vita
vuol dire necessariamente collegare tutti gli studi tra loro.
− Psicologia dell'istruzione elementare
Riferimento alla scuola elementare sperimentale all'interno dell'università.
L'unica indagine della psicologia “precedente” riguardava il modo con cui il mondo e lo spirito si
influenzavano a vicenda.
La tendenza attuale è quella di considerare lo spirito come una funzione della vita sociale.
Incapace di svilupparsi da solo, ma bisognoso di stimoli continui. La teoria dell'evoluzione ha fatto
comprendere come lo spirito non sia un possesso individuale, ma il frutto dello sforzo e del pensiero
dell'umanità. Questa la differenza fra lo stato selvaggio e quello civile: eredità sociale e ambiente
sociale.
E' attraverso gli stimoli sociali che il fanciullo riassume in pochi anni il progresso che la razza
umana ha compiuto in lunghi secoli.
Nella vecchia psicologia:
1) ci si scordava che la massima attrattiva allo studio si ha solo quando c'è un rapporto con la
vita sociale.
2) Ci si scordava dell'importanza dell'emozione e dell'impulso, concentrandosi sull'importanza
o del contatto con le cose o delle idee astratte, delle generalizzazioni (in realtà formulate da
altri).
Costanza dello spirito sia nel bambino che nell'adulto e non frutto di un processo di
3)
sviluppo. Il ragazzo come un piccolo uomo e il suo spirito come un piccolo spirito (con una
minore quantità di potere) già pronto di tutto e di facoltà come attenzione e memoria.
L'intera sfera del sapere venne divisa in pezzetti ed ognuno di essi veniva insegnato in un certo anno
del corso.
Per dare vita ad una scuola diversa, ricca di laboratori e percorsi conoscitivi basati sull'esperienza,
occorrerebbero risorse che non ci sono; edifici adatti e insegnanti meglio pagati.
Fasi dello sviluppo:
1) 4-8 anni → immediatezza degli interessi sociali. Immediata necessità di movimento per
esprimersi. Non lezioni, ma sperimentazioni in un luogo (la scuola) che gli permetta di
riassumere le fasi tipiche della sua esperienza extrascolastica affinché l'arricchisca, la
estenda e gradualmente, la formuli.
8-9 / 11-12 anni → necessità di controllare i mezzi per giungere a maestria. Non trae
2)
più soddisfazione dal solo gioco di attività. Deve sentire di compiere qualcosa che porti
a risultati definiti e costanti. → collegamento delle attività con i fini più alti dell'azione
umana. Ad un'identificazione personale e drammatica con la vita sociale, si aggiunge
un'identificazione intellettuale: il ragazzo si pone i problemi e il modo per affrontarli.
Nel periodo precedente è più produttiva che investigativa.
In generale occorre che il ragazzo abbia un interesse o un bisogno per avvicinarsi al libro.
Sono molte le attività pratiche che portano ad un utilizzo necessario del leggere e del far di conto;
tali attività possono dunque essere introdotte come materie organiche a partire dall'esperienza dei
ragazzi.
− I principi educativi del Froebel
La scuola sperimentale attua alcuni principi che Froebel fu il primo a enunciare coscientemente.
1) Compito della scuola è avviare i ragazzi a una vita di cooperazione, promuovendo la
consapevolezza dell'interdipendenza.
2) Le attività spontanee dei fanciulli, come i giochi e gli sforzi imitativi, sono le pietre miliari
del metodo educativo.
a) Il gioco
Il gioco esprime atteggiamento spirituale nella sua interezza.
Cambiamento rispetto al giardino d'infanzia di Froebel: dal momento che il gioco designa
l'atteggiamento psicologico del fanciullo e non le sue attività esteriori, risulta importante che la
maestra capisca se i “doni” scelti siano adatti a quegli specifici bambini. Il bambino sentirà il gioco
come veramente suo? Questi impulsi creeranno una modifica di consapevolezza nel bambino o lo
ecciteranno semplicemente lasciandolo come prima?
Probabilmente anche Froebel non si sarebbe aspettato che i propri giochi rimanessero sempre quelli,
ma che il suo suggerimento fosse raccolto.
b) Immaginazione
Il bambino vive in un mondo d'immaginazione. Le sue attività rappresentano la vita che vede
svolgersi attorno.
Il materiale deve essere il più possibile reale, diretto e immediato. Se diamo materiali “falsi”
insegnamo l'insincerità e instilliamo sentimentalismo.
c) Materia di studio
La vita domestica dunque offre già tutti gli stimoli necessari alla fantasia del fanciullo, nonché tutti
gli stimoli per agganci di carattere morale.
Occorre continuità e progressività nel sottoporre stimoli adeguati al fanciullo per evitare di creare
l'abito mentale di saltare rapidamente da un argomento all'altro.
d) Il Metodo
Il gioco deve essere strumento per portare il fanciullo a uno stadio superiore di percezione e
giudizio, affinché acquisti una consapevolezza più ampia e profonda e maggior controllo delle
proprie facoltà. Senza ciò, il gioco è semplice diletto.
Nessuna attività dovrebbe iniziarsi per imitazione. L'imitazione è adatta per rafforzare e soccorrere,
non per iniziare.
I suggerimenti devono servire solo come stimoli per esprimersi più adeguatamente e non essere
recepiti come imposizioni esterne → questo lo verifica l'insegnante.
− La psicologia delle occupazioni
Occupazione → qualche forma di attività attuata nella vita sociale.
Essa è attiva e si esprime attraverso gli organi fisici.
Il lavoro non si può chiamare occupazione poiché si considera il risultato e non gli stati mentali e
morali e lo sviluppo che ha luogo nel raggiungere il risultato.
Le occupazioni offrono le occasioni ideali sia per l'addestramento dei sensi che per la disciplina del
pensiero.
Separata dai bisogni e dai motivi reali, l'educazione dei sensi diventa una pura ginnastica e degenera
facilmente nell'acquisto di mera destrezza e astuzia di osservazione.
Lo stesso pensare sorge dalla necessità di fronteggiare qualche difficoltà; porta a fare piani, a
proiettare mentalmente il risultato da raggiungere.
Importante partire dall'interesse del fanciullo, ma selezionandoli. Fuori dalla scuola, gran parte dei
giochi dei fanciulli sono tentativi di riprodurre le occupazioni sociali. Le attività della vita cercano
di ridurre a controllo le forze della natura per utilizzarli ai fini della vita.
Procurarsi cibo, difendersi, vestirsi, alloggiare → anche in questa direzione vanno gli interessi
principali dei fanciulli.
− Lo sviluppo dell'attenzione
L'osservazione dei bimbi è rivolta in modo speciale verso le persone, le loro azioni, i loro
comportamenti e le loro occupazioni. Interesse di natura personale più che intellettuale.
Il problema pedagogico consiste nell'indirizzare le facoltà dell'osservazione del fanciullo, fornendo
un insieme vario di fatti e di idee che funga da veicolo della sua spontaneità.
La tendenza ad avvicinare la natura attraverso la letteratura, manca di tenere conto che esiste una
via più diretta della mente all'oggetto, mediata dal nesso con la vita stessa.
Ciò di cui si ha bisogno non è di stabilire un nesso fra lo spirito del fanciullo e la natura, ma di
rendere liberamente e realmente attivo il nesso già esistente!
Ormai è riconosciuto da tutti il fatto che il fanciullo abbia bisogno di quel che gli è famigliare e che
ha già sperimentato, come base per muovere verso ciò che gli è sconosciuto e lontano.
Favole e racconti fantastici non sono che le eccezioni degli ambiti nei quali si esplica
l'immaginazione del fanciullo.
Fino ai 7 anni il bambini rivolge spontaneamente in maniera nonvolontaria l'attenzione verso le
proprie esperienze e i propri interessi.
Con lo sviluppo di un senso di fini più lontani e del bisogno di dirigere le azioni, si da renderle
mezzi a quei fini, si passa a quel che si chiama attenzione indiretta o volontaria.
Si pensa spessissimo che si possa prestare attenzione direttamente a qualsiasi argomento, se si
ha la volontà o la disposizione appropriata e si considera il non farlo come segno di riluttanza
o indocilità. Ma non si considera che l'attenzione riflessiva è impossibile salvo che vi siano dei
problemi e i dubbi concreti presenti nella mente come base di questa attenzione!
Grande attenzione a creare libri attraenti e quasi nessuna considerazione è stata rivolta alla necessità
di portare il ragazzo a intendere il problema come proprio in modo che fosse indotto da sé a prestare
attenzione per trovare la sua risposta.
− Lo scopo della storia nell'istruzione elementare
Se la storia è una semplice acquisizione di memoria del passato, non si capisce perché debba entrare
nei programmi della scuola elementare.
Il ragazzo è attratto dal presente e su esso pone domande; ma se il passato è presentato come
una fase precedente al presente, in continuità con esso, allora l'interesse cambia. Una sociologia
indiretta. Storia non come successione di eventi, ma come poderosa realtà in azione di cui mettere
in luce i movimenti o energie motrici. Costruzione di un quadro vivo di modi e cause delle varie
azioni degli uomini, dei loro successi o fallimenti.
La storia mostra come l'uomo imparò a pensare, a prevedere le conseguenze e a trasformare le
condizioni della sua vita in modo così profondo da fare di questa una cosa diversa.
Naturale correlazione tra storia e scienza.
Se l'eroe rimane legato a episodi eccezionali, ma svincolato da un rapporto di causalità rispetto alle
situazioni sociali che evocarono le sue gesta e il progresso che esse permisero, non si arriva ad una
comprensione reale della vita sociale.
La consapevolezza della finalità sociale della storia frena la tendenza a ridurre la storia a mito,
novella o pura letteratura.
− Appendice
Cosa si può fare per portare la scuola in rapporto più stretto con la vita della casa e del vicinato,
anziché essere un luogo dove si va solo a imparare delle lezioni?
Cosa fare per introdurre nello studio delle scienze e della storia elementi che che abbiano un valore
positivo e un significato reale nella vita del bimbo?
Il bimbo ottiene la maggior parte delle sue conoscenze mediante le attività del suo corpo prima di
apprendere a lavorare sistematicamente con l'intelletto.
Cucina, cucito, falegnameria e tessitura sono state scelte perché richiedono lo sviluppo di diverse
abilità e atteggiamenti intellettuali da parte dei ragazzi e perché, al tempo stesso, rappresentano
alcune delle attività più importanti del mondo esterno di tutti i giorni.
Per quanto possibile si cerca di mischiare i ragazzi per età in maniera tale da responsabilizzare i più
grandi e permettere a tutti di relazionare con personalità differenti.
Lo scopo è tenere vivo il sistema della famiglia anziché quello delle classi.
Lo sviluppo può essere genuino e completo e insieme anche gioioso.
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