giovedì 14 luglio 2011

Sintesi Pedagogie del Novecento - Alessandro

LE PEDAGOGIE DEL NOVECENTO – Franco Cambi

Introduzione – Identità del Novecento e ruolo della Pedagogia
ALLA RICERCA DI UNA DEFINIZIONE DEL NOVECENTO


Secolo dei totalitarismi e della democrazia, del capitale monopolistico e del welfare state, delle masse e delle élites, degli integralismi e della globalizzazione. Secolo delle utopie e dei disincanti di crisi delle certezze.
Hobsbawn → secolo breve dominato dal mito comunista → quale emancipazione e uguaglianza?
Secolo di cerniera e di svolta. Secolo americano sia per l'influenza sui sistemi politici che il way of life. Secolo che continua a influenzarci.
Il valore individuo, il valore democrazia, il valore solidarietà, il valore comunicazione, ecc. sono valori politici e culturali che richiamano problemi irrisolti e che sono ancor più valori antropologici ed etici.
La complessità del Novecento

La fine della tradizione: la modernizzazione ha creato opposte ideologie: reazione e rivoluzione, destra e sinistra, conservazione ed emancipazione. La cultura, la società da un lato si sono decostruite eliminando i vincoli della tradizione verso l'avvenire, ma c'è stato anche un ancorarsi alle appartenenze e alle identità producendo nazionalismi e integralismi.
L'ascesa della tecnologia: penetra nelle coscienze e governa tutta la vita sociale che ormai si nutre di queste “protesi” dell'uomo → sfida.
Le masse: individui eterodiretti, ma anche più consapevoli di diritti e funzioni. Donne, giovani
L'olocausto: punto di non ritorno della storia dell'uomo
Mondializzazione: dal colonialismo alla decolonizzazione per arrivare alla globalizzazione economica, comunicativa, informatica. Terra patria unica → uomo planetario capace di dialogare con fedi diverse e dar vita a un'etica laica fondata sul rispetto dei diritti, sulla responsabilità e la solidarietà.


Bilancio positivo del secolo, ma carico di ombre e compiti inevasi.
Le svolte della pedagogia


Rinnovamento ed espansione della pedagogia sotto la spinta della società di massa, ma anche sotto l'impulso della scienza e della tecnica sempre più centrali e dominanti
La società industriale, post-industriale (terziario) ha posto l'educazione come fattore stesso dello sviluppo (boom della scolarizzazione) e come risorsa per il suo funzionamento organico in direzione di una riduzione dei conflitti e per l'assimilazione di di valori collettivamente condivisi.
3 innovazioni significative:
Affermarsi delle scienze dell'educazione e sviluppo dell'epistemologia pedagogica
Costituzione di un modello di pedagogia critica
Sviluppo della pedagogia sociale.

Attraverso queste innovazioni la pedagogia si è progressivamente affrancata dalla filosofia facendosi scienza empirica con il focus nel proprio ruolo sociale. Tra pedagogia e politica c'è legame e sinergia, ma anche confronto, opposizione, relazione dialettica.
Anche per la pedagogia il Novecento è secolo di trasformazione, ma anche di decantazione.


Le scienze dell'educazione e l'epistemologia pedagogica. Decisivo il passaggio dalla pedagogia come disciplina unica e generale di impianto ancora filosofico, alle scienze dell'educazione.
Quale scientificità per la pedagogia? Domanda già posta da Harbart e dal positivismo.
Sapere plurale, intenzionale, teorico-pratico, antropologico ed etico-politico orientato a una epistemologia “comprendente”, critico ermeneutica.

La pedagogia critica. Modello aureo di fare pedagogia non ridotta alle sole scienze dell'educazione, settori e supporti della pedagogia, ma rimanendo in contatto stretto con la filosofia come forma del pensiero critico e critico-radicale, a cui la stessa pedagogia per possedersi in modo autonomo, organico e totale, deve ispirare il proprio pensiero.

La pedagogia sociale. Verte attorno alle emergenze e ai bisogni educativi delle società attuali a causa delle sue continue e rapide trasformazioni.
Educazione degli adulti, famiglia, ecc.
Famiglia: da educazione seconde regole innate e metodi indiscussi ad una famiglia che deve essere educata essa stessa (adulti sempre più privi di certezze, agenzie sempre più extra-famigliari)

L'alfabetizzazione. Mai come nel Novecento si impone l'alfabeto. Fenomeno planetario → battaglia vinta anche se oggi non basta più (nuove tecnologie)

La cultura di massa. Cinema, radio e televisione → nuove potenzialità educative, ma anche nuovi problemi (conformazione capillare che modifica l'interiorità, uniformando gesti, modelli, linguaggi, stili di vita). La cultura di massa resta un problema per la pedagogia poiché cattura, omologa, rende subalterni. Che fare? Ridurre il tempo di esposizione ai media? Controllarli? Migliorarne i prodotti?

L'educazione per tutta la vita. La vita media si è allungata. Vita privata e vita pubblica sono meno stabili → educazione per tutta la vita! Grande sfida per la società e per la pedagogia.


L'AVVENTURA DELL'ATTIVISMO


Nel XX secolo la scuola si apre alle masse e si afferma sempre più come centrale nella società.
Massima espressione nella tradizione attivistica, quando la scuola s'impose come istituzione chiave della società democratica → primato del fare
Grande esperienza fino almeno agli anni '50. Movimento internazionale (europeo e nordamericano).
Larghissimo influsso nelle pratiche educative → rovesciamento radicale dell'educazione!
Al centro il Bambino con i suoi bisogni e capacità 2) Il Fare deve precedere il conoscere, dal globale al distinto (Piaget) 3) L'Ambiente al centro dell'apprendimento e non il sapere codificato.

Rivoluzione Copernicana.
Le scuole nuove e l'educazione attiva

Tra la fine dell'800 e gli anni '30 si affermano alcune esperienze educative di avanguardia, alternative alla scuola tradizionale. La base sta negli apporti della psicologia (diversità della psiche infantile) e nei movimenti di emancipazione di larghe masse popolari che venivano a innovare in profondità il ruolo della scuola. Furono esperienze isolate, ma importanti.
Il fanciullo è spontaneamente attivo e necessita di essere liberato dai vincoli dell'educazione famigliare e scolastica permettendogli una libera manifestazione delle sue inclinazioni primarie.
L'apprendimento deve avvenire a contatto con l'ambiente esterno e attraverso attività di manipolazione, rispettando la natura “”globale” del fanciullo che non tende mai a separare conoscenza e azione, attività intellettuale e attività pratica.
Le scuole nuove sono anche voce di protesta (di sapore quasi tardo-romantico), contro la società industriale e tecnologica. Si alimenta di un'ideologia democratica e progressista, di sviluppo in senso libertario dei rapporti sociali, anche se connessa ad una concezione fondamentalmente individualistica dell'uomo → essenziali i rapporti con gli altri, ma senza che intacchino l'autonomia della coscienza e la libertà personale di scelta.
In Inghilterra da Cecil Reddie (scuola aperta nel 1889) → scuole come “piccolo mondo reale, pratico”
Edmond Demolins in Normandia Ecole des Roches (1899) → formazione globale del fanciullo: intellettuale, fisica, morale e sociale. Partecipazione dei ragazzi all'organizzazione della vita comune. Studio a partire dai “centri d'interesse” che hanno alla base il legame dei ragazzi con la “terra”.
Wyneken (al bando l'autorità della famiglia e la tirannia degli adulti; più spazio alle lingue moderne e alle conoscenze scientifiche; richiamo al popolare al semplice, al naturale) e Kerschensteiner (introduzione del lavoro nel curricolo; le scuole dovevano avere laboratori) svilupparono in forme più originali e coerenti gli ideali di un rinnovamento educativo e scolastico.
La formazione sociale è l'obiettivo principale della scuola popolare per dare ai ragazzi l'ideale della propria messa a servizio degli altri.
Le scuole nuove in Italia


Giuseppe Lombardo Radice: “Scuola Serena” ideale di continuità tra scuola e famiglia.
Insegnamento secondo i principi di spontaneità, attività, serenità ed equilibrio. Collaborazione col maestro capace di fare della scuola un'agenzia di crescita di tutta la società.
Boschetti Alberti → impegno pedagogico innovativo del maestro (accademia, controllo, lavoro libero) secondo l'approccio “amore, amore”. → giudicato troppo poco generale come metodo.
Rosa Agazzi → continuità tra asilo infantile e atmosfera famigliare. Ruolo materno dell'educatrice e bambini liberi e attivi (giardinaggio, pulizia, ecc) → “cianfrusaglie” → ciò che i bambini portano a scuola.
Giuseppina Pizzigoni → necessario collegare i bambini alla vita sociale portandoli a visitare officine, città, monti e mare. Precedenza assoluta all'esperienza dell'alunno rispetto alla parola del maestro.
Ernesto e Anna Maria Codignola → Scuola Città Pestalozzi (1945) → obiettivo è la formazione sociale dei ragazzi per renderli consapevoli di diritti e doveri. → organizzazione interna che rispecchi quella adulta gestita direttamente dai ragazzi. → metodo didattico libero e non prefissato. Educazione all'autonomia mentale e morale, unico fondamento e baluardo della libertà politica. L'educazione è formazione spirituale del soggetto (idealismo), ma ha anche valenza sociale e politica (sulle orme di Dewey) indirizzata a far nascere nel soggetto il valore della libertà individuale e collettiva.
Robert Baden Powell → boy scout. → impegno nel risolvere il problema del tempo libero.
I modelli più maturi: in USA e Europa


Kilkpatrick → vicino al modello attivista di Dewey. → il metodo dei progetti (contrapposto a quello dei problemi → accento sulla motivazione → il fine è lo stimolo versa la ricerca di soluzioni creative.
Helen Parkhurst → fece sue le linee guida della Montessori in USA. Individualizzazione dell'insegnamento → -unità minime di studio di cui il fanciullo deve appropriarsi autonomamente. Compiti mensili da svolgere, l'insegnante controlla.
Cousinet e Freinet → fase meno spontaneistica delle scuole nuove. Sintesi degli elementi caratterizzanti le scuole nuove.
Cousinet: → (1950) permettere ai ragazzi di agire, istruirsi ed educarsi da se stessi sotto il controllo dell'insegnante. L'ambiente deve favorire curiosità e processi di socializzazione. Per ciò l'apprendimento deve essere non individuale, ma di gruppo. Importanza nel curriculum alla “storia delle cose”. Tutto si svolge in un contesto sociale e comunicativo che sviluppa autodisciplina e rispetto degli altri. Fondamentale per la strutturazione del suo pensiero il prendere atto della psicologia infantile che ha messo in evidenza il carattere proprio dell'infanzia. Dopodiché della pedagogia nuova e della pedagogia sperimentale. Vivere (rousseau) vuol dire crescere a spese dell'ambiente.
Celestine Freinet (1949) → stamperia nella scuola. Andare a tentoni sulla base dei bisogni del fanciullo. Dall'attività pratica si parte per avviare argomentazioni di altro genere su aritmetica, ecc. Forte orientamento verso posizioni socialiste. Ampia diffusione in Europa: Movimento di Cooperazione Educativa (MCE).
I teorici dell'attivismo: Dewey, Decroly, Claparède, Ferrière, Montessori


Lavoro di teorizzazione per mettere in luce i fondamenti filosofici e scientifici di questo movimento di rinnovamento della pedagogia in opposizione ai sistemi della scuola e pedagogia tradizionali (visione separata dell'insegnamento, attività mentale ripetitiva e non creativa).
Attivismo: a) Puerocentrismo b) Valorizzazione del fare c) Motivazione d) Ambiente e) Socializzazione f) Anti-autoritarismo g) Anti-intellettualismo
Decroly → (1871-1932) → medico Belga → pedagogia differenziale → per conoscere meglio il fanciullo in generale → per arrivare ad un processo d'apprendimento individualizzato.
La psiche agisce in maniera globale → l'approccio del fanciullo è dal globale al particolare. Dal concreto all'astratto. Dal semplice al complesso. Dal noto all'ignoto.
L'interesse del fanciullo è strettamente legato agli interessi primari dell'uomo: nutrizione, intemperie, difendersi dai pericoli, agire e lavorare. → sulla base di questi “centri d'interesse” si può sviluppare il percorso formativo e soprattutto sviscerare il rapporto tra l'uomo e gli altri uomini.
Osservazione – Associazione – Espressione.
Non si muove dalle lettere per passare alle sillabe, ma prima conosce le cose, poi le frasi e poi le parole.
Claparède → (1879-1940) Istituto J.J. Rousseau di Ginevra. Educazione funzionale e scuola su misura. L'educazione deve essere sempre sostenuta da un bisogno → occorre per questo rivedere i sistemi tradizionali che non tengono conto di questo. La scuola deve organizzarsi attorno a questo e offrire possibilità di scelta per attuare processi d'apprendimento il più possibile individualizzati.
Ferrière → (1879-1961) Ginevrino → difesa dei diritti del fanciullo connessi all'esercizio di un'attività libera. Solo così la scuola nuova potrà educare alla libertà attraverso la libertà. Al centro sia il gioco che il lavoro.
Maria Montessori → (1870-1952) Medico. Si occupa di bambini subnormali. Clima positivistico. 1907 → prima “Casa dei Bambini”. Sue dottrine più all'estero che in Italia. Le attività senso motorie del bambino vanno sviluppate attraverso esercizi pratici e quindi un materiale didattico preparato apposta. Ruolo formativo dell'ambiente (per questo deve essere studiato). Concetto di “mente assorbente”. L'apprendere in libertà, non va confuso con lo spontaneismo. L'adulto, scientificamente consapevole dei bisogni del fanciullo, struttura attorno a lui un ambiente in grado di farlo attingere a certe esperienze per il maturare di una crescita ricca e armonica.
Il bambino deve fare da sé e ricevere stimoli soprattutto dall'ambiente e non dall'adulto.
Educazione alla pace e alla solidarietà. Ha saldato insieme indagine scientifica e “liberazione” del fanciullo. Ytard, Rousseau, Pestalozzi, Froebel.
Codignola (creò la rivista “Scuola e Città” nel 1950), Borghi (1907-2000 Educazione alla libertà attraverso la libertà), De Bartolomeis (1918--), Visalberghi (1919--), Laporta (1916-2000), Cives (1926 ---) furono tra i maggiori promotori dei principi dell'attivismo, diffondendo una trasformazione dei dei metodi didattici, che se non attecchirono completamente nelle scuole pubbliche, coinvolsero molti insegnati nelle sperimentazioni dei nuovi metodi didattici.
Accusa, alla fine degli anni '50, alla scuola attiva di aver generato una formazione insoddisfacente delle nuove generazioni, dimenticando lo scopo culturale e cognitivo della scuola.

Attivismo → valorizzazione della psicologia infantile e nesso che lega indissolubilmente l'educazione alla società e quindi alla politica. Declino dagli anni sessanta.



NUOVE TEORIE PEDAGOGICHE: L'IDEALISMO ITALIANO


Il secolo nasce in Italia con le critiche di Gentile al positivismo, a Herbart per sottolineare l'identità solo filosofica della pedagogia, poiché “scienza dello spirito”. Col suo attualismo da vita a una pedagogia incentrata sul tema dell'identità spirituale del soggetto umano. Pedagogia d'opposizione ai modelli dominanti e restauratrice di un ordine educativo e scolastico che privilegia l'autorità e la tradizione. Grande peso in Italia.

Gentile – Marxismo – Dewey → modelli radicali del secolo in pedagogia.
Il pensiero pedagogico di Gentile


Giovanni Gentile → (1875-1944) Attualismo → filosofia dell'atto puro. Atto del pensiero come principio unico e fondante di tutta la realtà. Si avvicinò al nazionalismo e al fascismo.
Riforma della scuola 1923.
Per lui la pedagogia si fa veramente scienza solo se diviene filosofia. La vera pedagogia scientifica è quella che pensa l'educazione e l'uomo in termini si spirito. In tal modo la vera scienza è solo la filosofia e la vera educazione è auto educazione.
Si oppone a tutte le concezioni pedagogiche a base naturalistica che non riconoscono sufficientemente la natura spirituale dell'uomo. Tali pedagogie separano la teoria e la pratica, il conoscere e il fare. Il positivismo dà un'immagine troppo rigida e astratta della vita spirituale rendendola troppo materialista.
La scuola è il luogo dove si svolgono i processi di formazione spirituale attraverso una didattica assolutamente alternativa a quella di tipo naturalistico.
Tentativo di rimuovere i dualismi tra educazione formale ed educazione morale, tra istruzione ed educazione. Maestro e scolaro si unificano nella concreta vita dello spirito che si realizza nel processo formativo della lezione → sostanziale centralità dell'insegnante. E' la scuola del maestro e della cultura e per nulla la scuola del fanciullo e dei bisogni, anche se giustificata col principio della comunicazione spirituale.
Fanciullo Eterno (quello dentro di noi) – Fanciullo Fantoccio (quello costruito dalla psicologia dell'infanzia = fanciullo mitico) – Fanciullo Reale (quello in carne e ossa, vero argomento dei una filosofia dello spirito).
Distanza dalla scuola italiana di quegli anni anche sul tema della Laicità: dal momento che il fanciullo non può elevarsi a una concezione filosofica del mondo, occorre che entri in contatto con chi può fornirgli una filosofia dei fanciulli e delle masse, la religione. La religione diventa il principio di orientamento ideale della scuola. Orientamento autoritario e conservatore dell'educazione e della pedagogia (nonostante aperture all'arte nella scuola elementare).
Da un lato si riaffermava l'assoluta centralità della figura del maestro e della lezione passiva, mentre dall'altro si riduceva, senza residui, la pedagogia a filosofia distaccandola da tutte quelle scienze che essa era venuta postulando da circa un secolo come propria base e proprio sostegno.
La pedagogia del neo idealismo italiano


L'attualismo fra il 1910 e il 1930 fu il baricentro della pedagogia italiana.
Sia Lombardo Radice che Codignola, ma ancor più Calogero, Ferretti e Capitini, andarono contro l'attualismo gentiliano.
Lombardo Radice e Codignola, assieme a Gentile furono i massimi esponenti del neo-idealismo italiano.
Giuseppe Lombardo Radice → (1879-1938) Collaborò con Gentile alla riforma del 1923, ma dal '24 divenne critico del fascismo. Lo spirito diviene “comunione di spiriti” e “vita di relazione”, un compito da svolgere (“processo di attivo allargamento di sé”) piuttosto che un dato.
Sensibile interprete delle esigenze del popolo e di istanze di una società più egualitaria.
Fautore della didattica “viva” → ricerca continua e problematica; ripensamento critico del fare educativo. Il maestro è sintesi di conoscenza tra passato presente e futuro. La lezione non deve essere unità frammentata, ma collegata a tutti gli altri atti educativi.
Specifica concezione dell'infanzia come età creativa e attiva, intensamente affettiva e rivolta a una conoscenza magica del mondo → attenzione all'educazione artistica (disegno, canto, ecc.).
Scuola serena → al centro l'attività artistica e non tanto quella manuale del fanciullo il quale non era visto come protagonista assoluto. Protagonista assoluto la collaborazione spirituale tra maestro e fanciullo.
Come per Gentile la scuola non può essere laica, ma vivere intensamente i valori religiosi.
A cuore la preparazione dei maestri, dai quali dipendeva la realizzazione della “Scuola Serena”.
Molti elementi in linea con l'attivismo
Ernesto Codignola → (1885-1965) Scuola Città Pestalozzi → scuola pilota dell'attivismo. Posto particolare nella storia dell'attualismo → si allontana dall'attualismo e dal fascismo dopo il 29 (patti lateranensi) → vocazione decisamente laica e critica alla riduzione della pedagogia a sola filosofia.
Avvicinamento al pragmatismo per l'aspetto sociale connesso con la pratica educativa.


TRA PRAGMATISMO E STRUMENTALISMO: la pedagogia di John Dewey


Pedagogista più grande del novecento. Nuovo modello di pedagogia nutrito dalle diverse scienze dell'educazione. Sensibile al ruolo politico della pedagogia e dell'educazione → chiavi di volta di una società democratica.
Nasce nel 1859 e muore nel 1952. Dal 1894 è direttore del dipartimento di filosofia, psicologia ed educazione dell'università di Chicago dove dirige una scuola laboratorio connessa all'università.
Influenza dell'evoluzionismo e dell'hegelismo, elabora una filosofia che fa centro sull'esperienza.
Teoria dell'esperienza come scambio tra uomo e natura in costante divenire.
Metodo scientifico legato al principio della sperimentazione, della generalizzazione, della verifica. Anche l'attività estetica deve divenire un fattore centrale dell'esperienza.
Centrale il tema della democrazia da costruire anche attraverso la scuola che diviene laboratorio di vita sociale. Industrializzazione, diffusione della scienza, società di massa, sviluppo della democrazia sono gli elementi con i quali si deve confrontare l'educazione.
a) Pragmatismo → il fare dell'educando al centro dell'apprendimento. Il momento teorico costantemente connesso con quello pratico.
b) Psicologia e Sociologia come strumenti per una definizione corretta dei problemi educativi.
c) Pedagogia che assuma il ruolo di guida nella costruzione di una società democratica.

La scuola non può rimanere avulsa dalla società industriale in evoluzione, mutando il proprio volto. Occorrono laboratori che colleghino l'attività scolastica con quella produttiva, introducendo motivazione più concrete all'apprendimento. Il lavoro pratico prepara i ragazzi alla vita.
Valorizzazione degli interessi del fanciullo e del suo bisogno di attività.
Nella scuola devono trovare spazio: 1) conversazione e comunicazione 2) indagine e scoperta delle cose 3) fabbricazione e costruzione delle cose 4) espressione artistica
La scuola non deve solo adeguarsi ai cambiamenti sociali, ma deve dare il suo contributo allo sviluppo della democrazia aumentando la capacità di partecipare, collaborando, da parte degli alunni.
Il metodo della scienza è in sé un metodo democratico in quanto caratterizzato dalla libera indagine e dalla verifica intersoggettiva. Avvia il soggetto verso credenze elaborate in comune e sottoposte a un controllo.
In “Democrazia ed Educazione” media rispetto all'importanza assoluta del fare sancita in “scuola e Società” riproponendo l'importanza di una formazione intellettuale. Scuola come laboratorio e comunità: formazione e umana e formazione alla cittadinanza.
L'attivismo si caratterizzò però anche per alcune correnti individualistiche, spontaneistiche, libertarie e anti-intellettualistiche.
Una corretta teoria dell'esperienza vuol dire strutturare un'organizzazione progressiva e razionale dell'esperienza → interazione e continuità che fanno si che ogni processo di apprendimento si colleghi a tutta l'esperienza dell'educando!
Essendo il fanciullo un individuo sociale i suoi interessi sono legati sociale all'ambiente umano, sociale e produttivo che lo circonda → la scuola deve servire a semplificare la vita sociale esistente riducendola a “forma embrionale” → il maestro diventa il regolatore di queste esperienze, animatore delle varie attività.
Il lato attivo dell'apprendimento deve precedere sempre quello passivo.
L'approccio scientifico diventa metodo di allenamento del pensiero il quale si allena ad affrontare le situazioni problematiche, ad indagarle secondo procedimenti verificabili e a progettare soluzioni alternative. Attraverso questo metodo si può avviare gli uomini verso l'elaborazione di una nuova forma di religiosità umanistica e laica che guardi all'unificazione di tutti i valori mettendo al centro giustizia, amore e verità.
Il pensiero di Dewey e la sua visione di una scuola rinnovata in un'epoca di cambiamento che vede l'esplosione della scienza, la richiesta di partecipazione dei ceti popolari, lo sviluppo senza precedenti delle comunicazioni di massa, si è mostrato capace di collegare tutti gli elementi del processo educativi verso una soluzione coerente ed utile per un nuovo modello di società democratica.

MODELLI DI PEDAGOGIA MARXISTA (1900-1945)


Aspetti specifici della pedagogia marxista:
a) collegamento dialettico tra scuola e società → ogni tipo di pratica educativa e ideale formativo risente delle condizioni nei quali si sviluppano e soprattutto connessi alla struttura economico produttiva e politica che li esprime.
b) Legame stretto tra educazione e politica in chiave rivoluzionaria.
c) Centralità del lavoro in una scuola caratterizzata da finalità socialiste.
d) Valore di una formazione integralmente umana “onnilaterale”
e) Opposizione a ogni forma di spontaneismo e naturalismo ingenui

Posizioni sostenute dai marxismi del primo Novecento e da Lenin.
La pedagogia della II Internazionale, che si sciolse con la prima guerra mondiale, si allontanò dalla posizioni rivoluzionarie e antiborghesi e tentò una collaborazione tra socialdemocrazia e forze borghesi. Si mantenne la rivendicazione laica. →
Max Adler (1873-1937) in Austria rivendicava la non neutralità dell'educazione → l'educazione socialista doveva staccare il fanciullo dalle logiche del capitalismo. La lotta di classe creava il legame tra l'educazione e la politica.
Rodolfo Mondolfo (1877-1976) in Italia. Riforma della scuola in senso popolare e piccolo borghese. Ancorato a un estremo laicismo, ad aiuti per i poveri. Difende però il classicismo e il latino. Scuola media unica e scuola professionale.


Lenin → la teoria marxista entra nella tradizione russa. Il comunismo deve essere l'erede del passato culturale borghese, attraverso “organizzazione” e “disciplina” → stretto rapporto tra scuola e politica (la migliore è quella che ha come orizzonte la lotta rivoluzionaria) e istruzione politecnica (incontro tra istruzione e lavoro produttivo).
Lunaciarskij e Kruspkaja. → dal 1917 al 1930 scuola di cultura generale e politecnica fondata sull'unione di lavoro, natura e società (rimasto più principio che andò poco oltre la scuola artigianale).
Con Stalin si ha un ritorno ad una prevalenza di una formazione culturale, contro ogni estremismo e privilegio nello studio delle scienze.
Ripudio di ogni forma di attivismo. Mantenute le scuole professionali, ma scompariva la centralità del lavoro di fabbrica. Pedagogia senza fanciullo, intellettualistica e conformistica, dal 1931al 1953.
Anton Semenovic Makarenko (1888-1939) pedagogo. Direttore di istituto d'orfani di guerra.
“Ordine Nuovo” riflessione su nuovi fini e valori della società.
Inizialmente fu promotore di una visione puerocentrica che rifiutò drasticamente negli anni '30, ma sempre nell'ottica di saldare insieme le istanze della rivoluzione bolscevica con le pratiche delle scuole nuove e di connettere efficacemente il processo educativo all'evoluzione della società.
Pedagogia del collettivo che si allontana da Rousseau e dall'ambito pedagogico progressista e libertario per dar luogo a una pedagogia della socializzazione integrata in una società comunista la quale reclama una “conformazione dinamica”.
Pensiero pedagogico con base sperimentale (elaborato sulla pratica) all'interno di colonie. Pedagogia in fieri, tutt'altro che dogmatica “non è possibile stabilire nessun provvedimento o sistema pedagogico giusto in assoluto”.
Il collettivo, organismo vivente, è posto come fine e come mezzo dell'educazione.
L'autenticità è sempre data dalla coerenza tra fini e mezzi. Solo il collettivo è in grado di formare uomini nuovi, richiesti per la creazione e lo sviluppo della società rivoluzionaria. Centrale è la disciplina e i principi di “dovere”, “onore” e “produttività”.
Il lavoro produttivo nasce dalla consapevolezza del collettivo di essere inserito nello sviluppo della società.
Confermata la centralità della famiglia la quale deve trasmettere però solidarietà reciproca e affetto. Il collettivo è più importante anche della famiglia.
Estrema posizione, ma riconducibile a tutta la pedagogia contemporanea da Marx a Compte a Dewey i quali hanno risolto il processo educativo all'interno di un “collettivo”, specchio della società.
Antonio Gramsci (1891-1937) → ripensa le strategie politiche del comunismo alla luce delle condizioni italiana ed europea. Scarsi mezzi e salute minata. Ridefinisce il marxismo come filosofia della prassi e la strategia verso il comunismo come la costruzione di un'esperienza innanzitutto culturale (prima la sovrastruttura e poi la struttura), attraverso la costruzione del “partito nuovo”.
La filosofia della prassi si contrappone a ogni tipo di sapere positivistico ed empiristico teso a delineare una concezione scientifica del reale; muove da una visione storico-critica della realtà, sottolineando il primato economico-politico come fondamento di ogni attività umana. Non è partendo dalla struttura (l'economia) che si può modificare la società, ma dalla sovrastruttura (ideologia e cultura). E' attorno a queste che si possono aggregare strati diversi della società, classi e ceti sociali interessati al cambiamento (blocco storico) per costruire un'egemonia culturale e politica (non viceversa) di cui il “Partito nuovo” (rivoluzionario, proletario e di massa) è garante.
Dominante in questo l'aspetto pedagogico: l'egemonia culturale si costruisce attraverso l'azione di tante agenzie educative. La scuola deve farsi unica e obbligatoria fino a 14 anni e con apporti di scienza e di storia e di cultura del lavoro e non più latino. Deve permettere di uscire dal folklore e da una concezione religiosa del mondo. E' comunque una scuola ancora nozionistica incentrata su rigore e disciplina e non certo spontaneistica. Il lavoro si sviluppava in una scuola di cultura e non in un istituto politecnico. La cultura deve permettere a tutti i cittadini di sentirsi protagonisti della vita sociale. Il lavoro industriale permetterà di fare proprio questo: conformare sì ma dinamicamente (in maniera attiva e aperta ) l'individuo alla società.
Profondo influsso sulle politiche della scuola in Italia nel secondo dopoguerra.
Dina Beroni Jovine (1954) → evidenzia gli scontri tra clericalismo e laicità e tra una scuola emancipatrice e una scuola rivolta a perpetuare la subalternità.


LA PEDAGOGIA CRISTIANA E IL PERSONALISMO


Tra sfida e dialogo con il mondo moderno.
Leone XIII piccole aperture, ma sostanziale orientamento al ruolo centrale della famiglia e al diritto della chiesa di avere libertà di educazione.
Pio X → papa dell'anti-modernismo.
Pio XI → 1929 Testo guida per la dottrina della chiesa in campo educativo, fino al concilio.
“Non può darsi adeguata e corretta educazione se non quella cristiana”. Essa sola garantisce una formazione integrale dell'uomo per il perseguimento del suo fine ultimo: la salvezza attraverso la fede.
Ruolo preminente della chiesa nell'educazione in quanto depositaria della salvezza, e allo stato il ruolo di garante, proteggere e promuovere. Si auspica un pluralismo di scuole.
Il testo condanna molti aspetti dell'educazione moderna come la coeducazione dei due sessi, ecc.

Concilio Vaticano II → educazione non più vista come un diritto della chiesa, ma come uno dei compiti legati al suo apostolato. Si ribadisce comunque il primato della famiglia nell'educazione e la libertà della chiesa di istituire scuole.
Nascono esperienze formative legate all'associazionismo per risvegliare una coscienza cristiana (Opus Dei, Focolarini, Neucatecumenali, Comunione e Liberazione, ecc.) a contatto con la società civile.
Desiderio di assimilare anche in ambito educativo cristiano le scoperte in campo psicopedagogico → “attivismo cristiano”.
Manjon e Devaud (inizio del secolo) → educazione all'aria aperta, centralità del gioco e del lavoro, ma resta la centralità del maestro ed un approccio positivo all'autorità.
PERSONALISMO → indirizzo pedagogico che intende sviluppare una concezione “totale” dell'esperienza educativa ponendo come centrali i “valori”, oggettivi e trascendenti.
La persona è valore radicato nella trascendenza → il personalismo ha il compito di svolgere questo valore, realizzarlo e affermarlo in ogni ambito della vita.
Forster → (1907) L'etica, in quanto formazione del carattere, si definisce come impegno rivolto verso valori trascendenti che trovano la loro fondazione nel divino. LA pedagogia si definisce dunque attraverso un indissolubile legame con filosofia e teologia. Educazione integrale che implica una valorizzazione dell'ideale e che si apre dunque a profonde trasformazioni nella pratica educativa con la coeducazione dei due sessi, affermazione dell'importanza del lavoro, una visione del ruolo sociale della scuola, ma resta valore l'obbedienza, l'unica forma per fare di un'individualità una personalità e quindi opposizione alla moderna pedagogia della libertà.
Personalismo fondato sull'appello alla responsabilità è l'impegno sociale come antidoto alla crisi spirituale connessa all'esasperato individualismo.
Hessen → (1940) la pedagogia è una filosofia applicata, intesa come teoria della morale e della cultura.
Maritain → Umanesimo Integrale (1936) → polemica contro il mondo moderno e la sua cultura e teorizzazione di una concezione “integrale” della persona. La pedagogia deve ritrovare il proprio fondamento nella metafisica e ispirarsi a una visione della persona che metta in rilievo il suo rapporto con valori spirituali. Fine primario dell'educazione è far conoscere la verità, fine secondario trasmettere inculturazione. L'educazione deve essere liberale e per tutti, mirante a sviluppare negli spiriti la capacità di pensare con rettitudine. Baricentro nella filosofia. Severa disciplina come condizione necessaria per arrivare ad una disciplina volontaria.
Personalismo → Mounier alla metà degli anni '30 → MOVIMENTO nato per risvegliare negli uomini il senso totale dell'uomo. Ricerca di una nuova soluzione, né tutta politica, né tutta morale incentrata sulla persona: sull'uomo come individuo portatore e costruttore di valori intersoggettivi, ovvero comunitari. Tale risveglio si svolge nell'interiorità per arrivare a un uomo-persona-comunità.
Stefanini, Casotti, modelli educativi in cui il maestro è al centro come guida intellettuale e morale e che partono da presupposto pessimista sull'uomo e sul fanciullo segnati dal peccato originale e bisognosi dell'intervento della grazia. L'educazione dell'uomo come persona si svolge in una clima di limitazione della libertà → rivalutazione della scuola tradizionale come più autentica formatrice.
Catafalmo (1921-1990) si ispira a Mounier e rimane aperto verso l'attivismo sottolineando l'esigenza di socialità in educazione, ma con il maestro sempre figura dominante.
Giuseppe Flores D'arcais → (1908 –) sviluppa un progetto educativo che valorizza l'uomo come “fine in sé”, senza scartare gli aspetti qualificanti della pedagogia moderna: autoeducazione e valorizzazione dell'attività. L'uomo è strutturalmente aperto alla trascendenza, al superamenti di sé, al senso e al valore. Si fa educazione solo se si attua la valorizzazione della persona che è autonomia, differenza, comunità e apertura.
Pedagogia cattolica → anche voci di dissenso.
Laberthonnière → (1860 – 1932) accolse alcune delle istanze fondamentali del modernismo. Occorre che i valori di fede vengano assorbiti con convinzione e non imposti e recepiti per inerzia. Ruolo alla libertà e alla partecipazione.
Nomadelfia → Don Zeno Saltini (1945) → modello della famiglia piuttosto che della scuola → si ispira ai principi del personalismo comunitario di Mounier. Impegno radicale verso libertà e giustizia attraverso un ritorno allo spirito del vangelo → comunità educante!
Don Milani → (1967) atto d'accusa verso una scuola pubblica classista e discriminatoria. Dispensatrice di cultura elitaria e parziale. 1) Non bocciare 2) A quelli in difficoltà dargli il tempo pieno 3) Dare a tutti motivazioni. La scuola deve insegnare a inserirsi in maniera critica nella società.
L'Isolotto, Don Mazzi
Don Ernesto Balducci → (1957) “L'indignazione etica deve diventare contenuto pedagogico”!


TOTALITARISMI E EDUCAZIONE


Pressione dell'ideologia sull'educazione → massima negli stati totalitari.
Stato totalitario → stato autoritario, burocraticamente organizzato, diretto da un partito unico, capace di controllare e unificare in un progetto comune d'azione tutta la società. Si oppone a qualsiasi forma di democrazia e l'educazione deve annullare i diritti.
Nel nazismo ci fu l'esempio più importante di educazione ideologica attraverso il coinvolgimento di tutta la nazione in una visione razzista e militarista, a creare la quale concorsero in maniera efficace tutte le agenzie educative.
Socialismo sovietico, mantenne viva una scuola di cultura e non solo ideologica e anche tutto l'extrascolastico non fu così oppressivo.

Fascismo: agli inizi il suo programma educativo elaborato da Gentile (1923), fu solo conservatore: scuole umanistiche per i dirigenti e tecniche per i subalterni, religione alle elementari, ecc.
Selettività e blocco sociale per le classi subalterne.
Poi dal '25 ci fu un processo di fascistizzazione (testo unico, religione anche nelle scuole secondarie, giuramenti dei professori, ecc.).
Riforma Bottai → vera riforma della scuola fascista (1939) → autarchia e quindi lavoro nelle scuole elementari. Extrascuola → GIL, ONB → organizzava il tempo libero dei giovani conformandoli all'ottica fascista.

Nazismo → ancora più marcatamente razzista, militarista, autoritaria fu la politica educativa in Germania. Indebolimento della cultura a favore dell'ideologia e delle attività di carattere fisico. Intento dichiarato di condizionamento a ogni costo.
In URSS si ebbe solo con Stalin un sistema educativo totalitario. Prima di lui, apertura alla sperimentazione delle scuole nuove, nell'ottica di creare l'uomo nuovo (collaborativo, socializzato, non individualista, laico, con mentalità scientifico-tecnica). Scuola politecnica impegnata a saldare istruzione e lavoro di fabbrica.
Nel 1936 venne condannata la pedologia cioè l'attivismo pedagogico.
Nel 1937 si abolì il lavoro nelle scuole.
Ci fu però un'espansione fortissima della scolarità e un miglioramento dell'efficienza delle strutture scolastiche.
Carattere comune dei totalitarismi è l'uscita dell'educazione dalla sola scuola e famiglia per chiamare in causa lo stato anche per la gestione del tempo libero. Attraverso di esso si arriva al condizionamento delle masse considerate come unico corpo.


LA CRESCITA SCIENTIFICA DELLA PEDAGOGIA


Nel Novecento la pedagogia si arricchisce sul piano teoretico attraverso il contributo delle filosofie (idealismo, pragmatismo, marxismo) e della scienza. Da identità filosofica a identità scientifica.
Ricchissima indagine scientifica sul bambino (Freud, Piaget, Vygotschij) che ha ridisegnato l'orizzonte del sapere educativo, innervandolo di conoscenze scientifiche e avviando il passaggio dalla pedagogia alle scienze dell'educazione.
Pedagogia sperimentale → Binet Simon, Claparède, Piaget.
Psicopedagogia
Gilbert De Landsheere → 1985 (la ricerca sperimentale in educazione) Ricerca orientata alla conoscenza e alla ricerca-azione: problema, misurazione in ingresso, azione, valutazione.
Sociologia dell'educazione → Durkheim, Marx o Weber → si è sviluppato soprattutto il discorso attorno alla scuola e al suo ruolo sociale nel promuovere liberazione o asservimento.
Ricerca specializzata che studia il nesso educazione – società.
Psicoanalisi e psicologia dell'età evolutiva → Freud e Piaget.
Freud → 1) Ridefinizione dell'infanzia 2) descrizione nuova dei rapporti famigliari 3) ruolo centrale all'emotività/affettività.
Infanzia come pulsione libidica, caratterizzata da affermazione incontrollata dell'eros e del narcisismo. La sessualità dell'infanzia è centrale per lo sviluppo della personalità e può subire repressioni o sublimazioni dall'educazione.
E' intorno agli eventi affettivi che si elabora la personalità (nevrotica o equilibrata) e ciò avviene nei primi mesi di vita attraverso il rapporto con le figure parentali.
Klein, Bowlby, Winnicot → (1969-1980) teoria dell'infanzia sulla base del rapporto con la madre e il suo seno.
Sull'apprendimento lavorano sia i comportamentisti che i gestaltisti.
Centrale il rapporto tra motivazione e apprendimento.
Per i comportamentisti è il feed-back che determina l'apprendimento. Per i gestaltisti è l'approccio globale che presiede all'apprendimento andando dalle strutture ai loro particolari.
Nuova immagine della pedagogia, come regolata dai criteri metodologici della ricerca scientifica e nutrita dalle diverse scienze (psicologia e sociologia sopratutto).




EDUCAZIONE E PEDAGOGIA NEI PAESI EXTRAEUROPEI


Processi di sviluppo disequilibrati, educazione in società divenute rapidamente di massa legate ancora a culture arcaiche, hanno portato a nuovi modelli educativi e nuovi orizzonti di teorizzazione pedagogica.
3 elementi:
1) Studi antropologici fatti su culture “altre” Levy Strauss (gesti e carezze in famiglia tendono a produrre soggetti più giocosi e liberi) e Margareth Mead (inesistenza della crisi adolescenziale nella tribù Samoa. Meno problematico il passaggio all'età adulta. Il comportamento sessuale non è innato, bensì prodotto dalla cultura d'appartenenza), Ernesto De Martino (occorre emancipare il sud dalla sua cultura arcaica fatta di credenze magiche che ancora oggi lo educano. Riti e fascinazioni).
2) Innovazioni pedagogiche attuate nei paesi in via di sviluppo (Ghandy e sua pratica non violenta) 3) Campagne di educazione degli adulti (Capitini, Freire, ecc.).

Terzo Mondo → colonizzazione e decolonizzazione. La cultura europea ha esportato se stessa, ma è stata anche toccata dall'incontro con le altre. Con la decolonizzazione si è avuto un radicale processo di alfabetizzazione il quale non ha coinciso con altrettanto sviluppo economico e di giustizia sociale.
Riflessione sulla scuola e sul suo ruolo discriminatorio o emancipatorio → educazione comparata (Jullien, Cousin, Horace Mann, Tolstoy → tutti viaggiatori attenti).
Contro il folklore per una presa di coscienza culturale → Dolci, Capitini, Freire e l'associazionismo politico e religioso.
Nell'educazione necessariamente informale degli adulti, si vede tutto il bagaglio di possibile innovazione che viene da un certo tipo di pedagogia che non guarda alla valutazione, ma al processo di scambio reciproco tra educatore ed educando.
Nel Novecento, rilettura dei modelli eurocentrici.


DALLA PEDAGOGIA ALLE SCIENZE DELL'EDUCAZIONE


Seconda meta del Novecento → radicale trasformazione della pedagogia che ne ha ridefinita l'identità. Dalla pedagogia alle scienze dell'educazione. Da un sapere chiuso a un sapere aperto e plurale. Dal primato della filosofia a quello delle scienze.
Traguardo non più in discussione. E' la società che chiede uomini aperti capaci di far fronte alle innovazioni tecnologiche, sociali e culturali. Occorre quindi un nuovo sapere pedagogico, più sperimentale, più problematico.
Declino della pedagogia come sapere unitario
Molte discipline costitutive del sapere pedagogico
Filosofia che si muove fra queste discipline.

Il sapere pedagogico si è pluralizzato al suo interno dando vita ad una serie di competenze settoriali che hanno spazzato via la figura del pedagogista.
Sapere pedagogico → sapere ipercomplesso costituito da molti elementi da sottoporre a un coordinamento riflessivo e autoriflessivo. Centralità della riflessione filosofica come elemento per indicare basi epistemologiche e fini guida dell'azione pedagogica.
E' nata una pedagogia che vive ora attraverso il filtro scientifico-tecnico il suo stretto rapporto con la pratica.
Mielaret (1967) e Visalberghi (1958) (importanza della valutazione per riorientare l'azione educativa) → centralità della filosofia (critica e storicamente collocata) accanto alle scienze dell'educazione, come discorso generale sull'educazione, come elaborazione razionale di fini e mezzi.

GUERRA FREDDA E PEDAGOGIA


Accanto alla scientifizzazione, la pedagogia si avvicina sempre più all'ideologia delle due facce di un mondo contrapposto. Democrazia e Socialismo, Libertà e Totalitarismo, alienazione ed emancipazione, la logica della divisione dopo la guerra, ha dominato la visione del mondo.
Anche la pedagogia, come la filosofia e addirittura le scienze, si è schierata a supporto di uno dei due schieramenti: ad ovest a difesa dei principi della democrazia liberale e dell'organizzazione capitalistica (della proprietà privata, concorrenza, libertà d'impresa, ecc.). A Est una pedagogia di stato spesso rigida e dogmatica sulle tesi marxiste.
Occidente → attivismo deweyano assieme alle istanze più o meno reazionarie del personalismo cattolico.
Claparède, Cousinet e sul fronte cattolico, Maritain e Mounier.
In Italia tutte le contraddizioni:
1) al potere il fronte cattolico con politiche educative ispirate al personalismo che richiede una pedagogia filosofica di impianto metafisico; si è poi aperto dopo il concilio con Ernesto Balducci e don Milani.
2) Pedagogia laico-progressista attraverso il ripensamento dell'educazione democratica di Dewey (Codignola, Borghi, Visalberghi). Attenzione all'attivismo come momento anche politico verso una trasformazione sempre più democratica della società.
3) Fronte Marxista → Manacorda, Lucio Lombardo Radice, Dina Bertoni Jovine → difesa della specificità marxista dell'educazione (connessa al lavoro, all'unità di cultura umanistica e scientifica, dialogo tra scuola e società per ridefinire gli obiettivi del fare pedagogico nel senso della trasformazione sociale, rispetto a quanto chiedono mediamente, sia laici che cattolici alla scuola.

Con l'era dopo Stalin, Krushow nel 1958 si reintroduce il lavoro manuale accanto allo studio intellettuale; più attenta la selezione scolastica.
Altre vie nazionali al marxismo sono state elaborate (Mao, Fidel Castro, PCI, ecc.).
Bogdan Suchodolski (1947) ha tentato di saldare i principi dell'etica cristiana con l'impianto teorico e pratico del marxismo → umanesimo socialista! La sintesi è data dalla prospettiva del progresso secondo la quale è importante creare un uomo nuovo dalla personalità poliedrica capace di sviluppare cooperazione con gli altri.
Mao → la riorganizzazione dello stato deve passare attraverso l'educazione; i ragazzi devono lottare contro le concezioni borghesi che riemergono fatalmente in una società che non ha ancora ricomposto armoniosamente la spaccatura fra lavoro intellettuale e manuale.
Educazione di tipo proletario fondata primariamente sul lavoro.
Cuba: l'opera di alfabetizzazione delle masse per una prima emancipazione dopo l'epoca coloniale. Si sono diffusi alcuni principi classici del marxismo: Importanza del lavoro produttivo, formazione dell'uomo nuovo, diffusione universale delle cultura superiore.
Gramsci → critica della tradizione scolastica italiana (riforma Gentile) e riaffermazione di un nuovo principio educativo quello basato su connubio istruzione e lavoro produttivo.
Scuola media unica e obbligatoria fino a 14 anni secondo un metodo che privilegiasse lo sforzo e l'impegno allo spontaneismo → educazione come processo non di crescita naturale, ma di conformazione alle regole sociali.
Fare di ogni uomo un intellettuale organico; un governante e un governato.
Mario Alighiero Manacorda → 1966 → pedagogia marxiana trova nell'onnilateralità dell'uomo, nel lavoro e nella scuola politecnica, i connotati di base e gli elementi di modernità.
Occorre che l'uomo alienato si disalieni per poter sviluppare la propria totalità (onnilateralità) → ciò è possibile solo se la società si struttura per avere questo come obiettivo → Socialismo!
Althusser → scuola come cinghia di trasmissione della cultura della classe egemone.


LA PEDAGOGIA COGNITIVISTICA: DA PIAGET A GARDNER


Rivoluzione cognitivistica degli anni '50 con la psicologia cognitivista (Bruner, Chomschy). Prese corpo una nuova concezione della pedagogia scarsamente attenta ai problemi sociali dell'educazione e molto a quelli dell'apprendimento e dell'istruzione, soprattutto scientifica. Tassonomie, ricerche didattiche hanno dato un taglio specialistico alla pedagogia degli ultimi decenni.
Grandi interpreti di questa svolta psicopedagogica Piaget, Vygotschij, Bruner
Piaget → (1896.1980) teorico dell'epistemologia genetica. La mente infantile è caratterizzata da un'intelligenza che muove da atteggiamenti animistici e soggettivistici, ma scopre e si adegua gradatamente all'oggettività e ad un uso sempre più formale e astratto dei concetti logici regolando il proprio percorso di sviluppo attraverso “assimilazione” e “accomodamento”.
-Fase senso motoria
-Fase intuitiva
-Fase operatorio-concreta
-Fase ipotetico-deduttiva
Rispetto alla scuola attiva classica, Piaget assegna grande importanza all'insegnamento intellettuale poiché esso è capace di trainare la formazione della mente che è la cosa più caratteristica dell'animale uomo.
In ogni caso occorre andare dall'esperienza al concetto e non viceversa.
A Piaget si deve una nuova visione della mente infantile che resta molto poco socializzata.

Vygotschij → (1896-1934) → il gioco non solo allena alle regole (come sosteneva Piaget), ma permette di stimolare quella zona di sviluppo potenziale. Vygotschij riconosce più di Piaget un ruolo attivo all'insegnamento e in generale all'ambiente nello sviluppo dell'individuo. Reclama quindi un insegnamento più consapevole di questa sua responsabilità.

Bruner → (1915--) psicopedagogista
LA scuola deve strutturarsi in maniera tale da tener conto della progressività dell'apprendimento, dell'importanza del rinforzo, dell'importanza della motivazione, della valorizzazione delle competenze, dello scambio reciproco tra i membri della comunità d'apprendimento.
Importanza del contesto nella strutturazione dei propri spazi mentali.
La conoscenza si struttura attraverso esperienza diretta o mediata.
Pensiero paradigmatico / scientifico e pensiero narrativo → la ricchezza del pensiero umano si deve all'interazione dei due.
La cultura plasma la mente e fornisce però anche la cassetta degli attrezzi.
L'educazione deve affrontare i problemi della società che la condizionano, economici e sociali.

Gardner → (1943 –) posizione critica nei confronti del cognitivismo. Intelligenze multiple. Intelligenza non più facoltà, ma fascio di abilità che si contrastano ed equilibrano dotate di caratteri specifici e formalmente distinti.

Macchine per l'insegnamento, Skinner, tv, computers, ecc. cambia il modo d'insegnare: più impersonale, controllato, auto correttivo, più rispondente ai propri ritmi d'apprendimento.
Mastery learning → apprendimento per competenza


IL '68: CRITICA IDEOLOGICA DELL'EDUCAZIONE E PEDAGOGIE RADICALI


Fiammata ideologico culturale (Marx, Mao, Marcuse).
Primato del politico per il rinnovamento della società che passi attraverso il primato dell'utopia. Scontro frontali fra giovani e governi in nome di un reale cambiamento dell'assetto sociale in direzione di uguaglianza e giustizia.
In discussione scuole e università per il loro ruolo di continuità e subalternità con la logica piccolo borghese capitalista.
Il movimento prese in Italia le forme delle appartenenze alle varie correnti del marxismo arrivando a politicizzarsi e degenerare nell'attivismo di Potere Operaio, Lotta Continua.
In tutta Europa muta il modo di guardare ai problemi sociali e d'interpretare il ruolo dell'educazione.
Critica dell'ideologia scolastica e dell'ideologia pedagogica. Critica a una posizione di immobilismo rispetto a un certo modo di essere della società, solo da far proprio e trasmettere.
La pedagogia è un sapere sempre schierato, ma deve scegliere di schierarsi per l'emancipazione dell'uomo.
Esperienze alternative: scuole dell'autogestione in Francia, movimento per la descolarizzazione in america latina e Europa (Ivan Illich) 1970, Paulo Freire, o la controscuola di Don Milani.
Modo di fare pedagogia ispirato la principio valore della differenza.
Lapassade demolisce il mito dell'adulto e, ne “L'autogestione pedagogica”, ipotizza una scuola fondata su questo. Una scuola anticapitalistica ispirata ai valori del socialismo che leggendo le contraddizioni del sistema borghese, individua un metodo per superarle.
Bisogna “de-scolarizzare la società” per sottrarre l'apprendimento e la formazione delle giovani generazioni all'ideologia al potere. La descolarizzazione spinge la società a pensarsi come società educante. Forte spinta utopica e impegno rivoluzionario. L'importante non è la professionalizzazione dell'individuo, ma il suo formarsi per essere un elemento d'armonia con gli altri e con il mondo.

Pedagogia della differenza: René Scherer → “L'Emilio pervertito” critica radicale all'educazione praticata in occidente, come pratica di vigilanza del bambino che produce castrazione (approccio freudiano: il principio del piacere castrato del principio di realtà). Lo stesso Emilio di Rousseau, in realtà era dipendente dal maestro conformatore. Occorre liberare il bambino attraverso l'utilizzo libero della masturbazione e sesso per tutti.

Giovanni Maria Bertin → (1912-2002) Razionalismo Critico. Formazione che deve essere multidimensionale e progetto utopico da realizzare

Il '68 ha inciso sulla pedagogia poiché:
l'ha richiamata alla sua politicità e quindi costretta a scegliere da che parte stare.
L'ha richiamata a una revisione critica delle proprie istanze smascherando coperture ideologiche conformiste
ha permesso di mettere a fuoco nuovi modelli formativi che si collocano su una traiettoria decisamente utopica



LA SCUOLA DAL SECONDO DOPO GUERRA AD OGGI


Alfabetizzazione – obbligo scolastico – assunzione di un ruolo di mobilità sociale

Ruolo per lo sviluppo economico – ruolo per l'assetto democratico – forti tensioni riformatrici anche in senso radicale

Richieste per l'allargamento dell'obbligo non solo da politici per una vera partecipazione democratica prevista dalle costituzioni più avanzate, ma anche da industriali ed economisti per rispondere sempre meglio alle esigenze del mercato → doppia istanza: 1) cultura disinteressata 2) creare profili professionali → dibattito e conflitto.
Secondo Althusser (1970) la scuola agisce nel senso della riproduzione sia della forza lavoro che della visione della classe sociale al potere.
Opposizione tra scuola di massa e scuola di elite, tra scuola di cultura e scuola professionalizzante, tra scuola libera e scuola conformatrice.
La scuola contemporanea è ancora in evoluzione cercando di dare risposte a situazioni sociali, culturali e di mercato del lavoro profondamente nuove.
Carta costituzionale del 1948 e riforma della scuola del 1962 con scuola media unica e senza latino e più aperta alle scienze → aumenta il tasso di scolarizzazione del paese.
1974 con i decreti delegati che inaugurano la gestione sociale della scuola.
Situazione di difficoltà soprattutto della scuola di secondo grado per mancanza di un disegno organico e un corpo insegnati scarsamente qualificato → difficoltà a introdurre nuove sperimentazioni didattiche.


MASS MEDIA E EDUCAZIONE


Avvento dei mass media → vera e propria rivoluzione pedagogica.
I “persuasori occulti” hanno occupato uno spazio sempre più grande nella creazione dell'immagine di sé, dei propri gusti, stili di vita, comportamenti, consumi, ecc. regolando l'identità propria e della massa.
Veri e propri educatori informali → mentalità collettiva infantilizzata, attraverso omologazioni planetarie e transculturali.
Il controllo dei mass-media è divenuto una vera e propria industri che si lega sempre più sia alla logica economica che all'ideologia dei gruppi dominanti.
L'obiettivo è la standardizzazione dei comportamenti. La cultura veicolata è una cultura di massa fondata sul principio del divertimento.
I mass-media veicolano un arte semplificata e volgarizzata che ha però il vantaggio di condurre le masse oltre il folklore e l'orizzonte magico-religioso, svolgendo un ruolo di emancipazione delle masse, avvicinandole al linguaggio dei ceti più colti. Solo la TV è riuscita a imporre l'italiano come lingua comune.
Divisione fra visioni “apocalittiche” (Adorno e Horkheimer → stereotipia, atrofia dell'immaginazione, subalternità al mercato) e “integrate” (McLuhan → 1911-1980 → valorizzazione della democratizzazione della cultura, sensibilizzazione nei confronti del mondo, funzione educativa positiva).
Occorre dominare il processo affinché i media diventino veicoli di reale cultura. E' un processo dal quale non si torna indietro.
Spiazzamento del ruolo delle agenzie tradizionali dell'educazione → non sono più loro a creare l'immaginario, non sono più loro i primi educatori dei bambini e dei giovani
Popper → (1994) → condanna delle televisione la quale allena una mente visiva e quindi povera, ispirandosi ad un'ottica puramente affaristica. La violenza che propone corrompe lo sviluppo psicologico ed etico del fanciullo. Occorrerebbe che venisse data una patente a coloro che fanno programmi spiegando chi è il bambino. Un nuovo Hitler avrebbe con la televisione un potere infinito.
Postman → (1979) → si concentra sul potenziale che i media rappresentano per la formazione se utilizzati con criticità. La scuola deve governare questo processo rimanendo alla guida dello sviluppo critico e narrativo dei ragazzi.





EPISTEMOLOGIA PEDAGOGICA ATTUALE


Dopo la crisi d'identità che ha coinvolto la pedagogia negli anni '60, c'è stato il tentativo di investigare lo statuto logico della pedagogia individuando 4 modelli:
Modello Analitico: pedagogia organizzata attorno al principio della logica scientifica, al criterio della spiegazione che riduce gli eventi a leggi.
Modello strutturalistico-critico: indagini di Brezinka che si ispirano al razionalismo critico di Popper
Modello dialettico: Marx, Lenin, Gramsci posizioni che riconducono la pedagogia al terreno della ideologia in quanto sapere operativo condizionato da valori che sono visioni del mondo.
Modello ermeneutico: interpreta il sapere della pedagogia come radicato nel tempo storico, nelle sue tradizioni.

Attraverso queste posizioni si è delineata una nuova immagine della pedagogia caratterizzata per il fatto di essere un sapere complesso che deve essere interpretato sulla base di diversi paradigmi teorici.


NUOVE EMERGENZE EDUCATIVE

Femminismo
Problema Ecologico
Problema Multiculturale
Terza Età

Problema del genere. Al principio la rivendicazione era in direzione di una parità di opportunità; a partire dagli anni '80 la rivendicazione ha riguardato la rivendicazione della differenza, della specificità del femminile → pedagogia della differenza. La sessualità femminile è sempre stata pensata in base a parametri maschili, in realtà il sesso femminile è plurale. Opposizione a Freud che considera la bambina come un ometto e guarda alla libido come solo al maschile.
Ecologia → nuovi parametri: comprensione, rispetto, scambio non violento. Una più intima collaborazione fra ecologia e pedagogia non si è ancora realizzata. Ci sono spazi per un ripensamento e la creazione di sempre più urgenti neo paradigmi educativi e pedagogici che tengano conto proprio di questo problema per la creazione di un nuovo rapporto uomo/uomo, uomo/natura e uomo/società.
Multiculturalità e intercultura → emergenza non transitoria che chiede soluzioni in tempi brevi ed efficaci per evitare scontri tra etnie, tra religioni, tra culture. La pedagogia deve attrezzarsi a comprendere le culture altre, allenando al dialogo e alla tolleranza. Occorre porre in questione l'etnocentrismo della nostra pedagogia e smascherarne i caratteri occultamente razzisti.

Modello Multiculturale: melting pot statunitense→ convivenza pacifica tra culture con a ciascuno la propria autonomia.
Modello Interculturale: incontro attivo fra le culture con anche una loro ibridazione per dar luogo a una cultura nuova → metissage.
Terza Età: → accanto a problemi economici e sociali, nascono problemi educativi e pedagogici. Ricollocare la terza età a pieno titolo nella vita sociale → percorsi educativi di apprendimento, di ricreazione, di scambio sociale.




EPILOGO: VERSO IL XXI SECOLO
Le molte pedagogie e l'espropriazione del pedagogico


Ermeneutica (Gadamer, Ricoeur, Darrida)→ accento sul carattere della “culturalità” della formazione, sul suo intrecciarsi non solo e non tanto con la vita sociale, quanto con l'assimilazione della cultura.
I pregiudizi che ci vengono dalla tradizione vanno sempre sottoposti a critica oltrepassando il confine dell'identità per dare spazio a differenza e pluralismo.
Razionalismo critico →
Si sta lavorando per non far decadere la pedagogia a tecnica, ma per preservarla come sapere e come sapere dell'uomo per l'uomo.
Funzionalismo vs pedagogia critica


Compresenza attuale di due modelli:
Pedagogie Funzionaliste → che guardano anche al ruolo di servizio alla società del mercato da parte della pedagogia (attenzione alla creazione di cittadini partecipi e quindi alla funzione sociale storicizzata della pedagogia)
Pedagogie Critiche → modelli di pensiero pedagogico e di azione educativa che mirano alla formazione di soggetti capaci di intelligenza critica, di porre istanze nuove.


Luhmann funzionalista (1979- legge l'educazione e la scuola come sottosistemi sociali la cui funzione è quella di conformare e selezionare e che ha bisogno di una pedagogia capace di guidarli, la quale però è sempre anch'essa funzionale alla società nel suo presente storico. La formula è quella d'apprendere ad apprendere ed apprendere per tutta la vita.).
Coloro che hanno spinto per l'introduzione delle macchine per insegnare sono stati i fautori più convinti di questo approccio della pedagogia.

Pedagogia critica: Scuola di Francoforte. Pedagogia dell'emancipazione. Adorno, Horkeimer, Marcuse.
Jurgens Habermas → (1929--) contrappone a tecnologi e tecnocrati una visione della pedagogia che intende guardare sia a un altro modello di società sia a un altro modello d'uomo. Tra le sue opere corre un filo rosso in direzione di un progetto di emancipazione umana e un'idea di democrazia avanzata della società che continua a fare scuola.
La pedagogia tra tecnica e cultura


Dualismo che cela bisogni diversi della società: chi guarda al bisogno di professionalità adeguate al funzionamento della macchina sociale per come si è definita sino ad oggi e chi guarda al bisogno di formazione personale di un sé autonomo capace anche di inserire prospettive di cambiamento sociale. Per fare ciò occorre che il soggetto sia formato centrato nel proprio sé.
Anche la scuola si struttura in maniera differente: trasmissiva, cognitiva, produttrice di competenze per la pedagogia come tecnica la prima e formativa, culturale, stimolatrice di tutto il soggetto la seconda.
Luhmann → apprendere ad apprendere, ma con un ottica “integrata” agli interessi del sistema sociale contrapposto al modello del Bildung (formazione umana dell'uomo).
Morin (1999) → reclama un sapere che sappia pensare, sempre e insieme, mezzi e fini assegnando ai fini la priorità sui mezzi → la complessità impone la creazione di una “testa ben fatta” capace di far fronte ai problemi con intelligenza critica. Questo dualismo dovrebbe diventare oggetto di confronto affinché il problema non resti o – o, ma diventi e – e!
La ripresa del soggetto e il “lifelonglearning”


Società postmoderna → pluralistica, frammentata, decentrata.
“Assoluto pedagogico”, secondo Laporta è la centralità dell'educando che deve essere principio motore dell'agire educativo e dell'azione pedagogica. Da Rousseau, dai romantici, dalla scuola attiva ed è nel DNA della pedagogia attuale.
La nuova congiuntura spinge ancor di più a considerare il soggetto al centro dell'interesse della pedagogia per sottrarlo alla crisi che l'attuale situazione impone, attraverso il favorire un rinnovato processo di cura di sé.

Le molte agenzie dell'educazione


La congiuntura attuale ha determinato il concretizzarsi di più agenzie formative, a volte in armonia, ma più spesso in contrasto fra loro.
Famiglia, scuola, chiesa, stato, media → agire confusi, frammentati e non integrati hanno relegato l'educazione a istruzione o apprendimento di tecniche.
Situazione complessa e contraddittoria l'educazione nelle società avanzate a capitalismo maturo.
L'educazione va nella direzione imposta dalla società dei consumi! Solo con il risveglio dell'io, con il sollecitarlo alla ricerca di sé, collocando il sé su una frontiera critica della società, si compie vera educazione.
L'orizzonte mondialità e la pedagogia come speranza


La mondialità è l'orizzonte attuale della politica e dell'economia, ma anche dell'antropologia e dell'educazione. La pedagogia è lì che deve posizionarsi. Occorre favorire la nascita di un “uomo planetario” capace di dialogare con la diversità e di agire con dialogo e solidarietà.
La mondialità ci obbliga a stare nella multiculturalità.
Intercultura, diritti umani, solidarietà, → l'uomo, il fratello, oggi ha tanti volti quanti sono quelli di chi ci passa accanto.
Ernesto Balducci (1990) → compito delle religioni è contribuire a creare un uomo nuovo, un uomo planetario il quale non è di per sé anti-religioso, ma si oppone alle chiusure del sacro per creare uno spazio ecumenico capace di accogliere. L'uomo planetario è l'uomo post-cristiano che si pone in un'ottica universale, che si spoglia della sua ideologia e sosta nello spazio dell'incontro e del dialogo.

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